Illustri convenuti, Gentile Assessore Spano, Autorità, Signore e Signori, Cari amici e graditissimi ospiti, a Voi tutti il mio più cordiale saluto e il benvenuto da parte dei cittadini di Morgongiori e di tutti gli altri 10 comuni che assieme a noi condividono l’avventura della possibile realizzazione dell’area protetta del Monte Arci: Villaurbana, Ales, Masullas, Marrubiu, Palmas Arborea, Pau, Santa Giusta, Siris, Usellus, Villaverde. Anche da parte dei loro Sindaci, il saluto più cortese.
All’Assessore della Difesa dell’ambiente, professoressa Donatella Spano, rivolgo il più sentito ringraziamento per avere accolto la proposta di questo incontro e per avviare la discussione sui suoi contenuti operativi. L’Assessore ha vissuto in prima persona il varo recentissimo di due nuovi parchi regionali, Tepilora e Gutturu Mannu, ce ne rallegriamo tutti e facciamo i migliori auguri per queste nuove strutture e per le loro popolazioni con una piccola precisazione. Questi due parchi insistono sostanzialmente su aree pubblico-demaniali per cui la scelta della destinazione d’uso, quando non ci sono proprietà private, è di sicuro facilitata. Non è il nostro caso, qui i terreni sono privati o di proprietà comunale, anche se parzialmente e temporaneamente in gestione all’ente Foreste. Un piccolo aspetto che produce una grande differenza, ovvero il necessario confronto con tutta la popolazione residente per cui si può capire la maggiore articolazione del percorso necessario per far divenire l’area protetta una struttura e un bene comune a tutta la collettività. Ciò richiederà anche, come avrò a dire più avanti, un differente tavolo di discussione tecnica tra le parti interessate: ovvero Regione e Consorzio.
Per tali motivi saremo particolarmente attenti all’intervento dell’Onorevole Antonio Solinas, Presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale, dopo avere sentito anche i contenuti del dibattito che seguirà agli interventi tematici, dal quale ci aspettiamo un significativo aiuto nel guidare un processo legislativo tale da soddisfare i desiderata delle nostre popolazioni e gli auspici degli 11 sindaci del consorzio.
Un saluto e un particolare ringraziamento ai relatori che abbiamo il piacere e l’onore di ospitare e la cui esperienza, professionalità e competenza nel campo delle politiche dell’ambiente è da sola capace di rassicurarci sull’utilità, ai nostri fini, delle cose che andranno a dire. Competenze che come avete letto sono variegate e coprono proprio quei diversi aspetti che vorremmo approfondire per orientarci meglio sulle decisioni che andremo a prendere. Abbiamo infatti ritenuto di dover invitare esperti qualificati e operatori in diversi campi, della nostra regione ma anche esterni alla Sardegna sia perché la loro professionalità è apparsa necessaria ai nostri intenti di valorizzazione e gestione del territorio, sia perché testimoni di realtà locali che hanno affrontato già le fasi di discussione sui parchi regionali che noi stiamo invece vivendo ora e possono trarre i frutti dell’aver accettato la scelta, mi auguro per loro positiva, dell’area protetta.
Ringrazio pertanto il dottor Pierluigi Valenti responsabile dell’organizzazione del nostro nuovo “Portale”, il Professor Giuseppe Pulina dell’Università di Sassari, attuale Commissario dell’Ente Foreste, che di sicuro ci consentirà di capire come sviluppare ulteriori, auspicabili, sinergie dovute alla interazione nel governo della futura struttura protetta, la professoressa Katina Madau, docente di Politica dell’ambiente dell’Università di Sassari per come ci prospetterà il nuovo rapporto tra uomo e natura tenendo conto delle emergenti tendenze del turismo rurale e sostenibile, il professor Giuseppe Scanu, anch’egli dell’Università di Sassari, già consulente del Consorzio il quale non mancherà di riflettere sulle specificità d’uso del territorio alla luce delle consuetudini e tradizioni delle nostre popolazioni. Al Presidente del Parco di Paneveggio e Pale di San Martino, nelle Dolomiti orientali, in provincia di Trento, un’area già patrimonio dell’UNESCO, Giacobbe Zortea e al suo Direttore, dott. Vittorio Ducoli il più vivo ringraziamento per aver accolto l’invito di raccontarci il rapporto di coesistenza (?) tra popolazioni e parco con l’augurio di un buon soggiorno nella nostra terra.
A proposito di esperienze, questa volta non molto distanti da noi, sia pure in contesti diversi, con piacere sentiremo il Presidente del Parco regionale di Porto Conte, sulla costa algherese, Prof. Antonio Farris e il Dott. Sergio Cossu. Un parco che ormai vanta diversi anni di attività con importanti e interessanti risvolti su problemi di gestione e di controllo della fauna selvatica, che ci interessa molto da vicino e non può non stimolare la nostra attenzione.
Un ringraziamento, infine, a tutti coloro che si sono egregiamente prodigati per l’organizzazione del convegno.
Un convegno che si tiene, certo non casualmente, nella stessa località da cui, diversi anni addietro, si originò il lungo dibattito che ha coinvolto ampiamente tutte le nostre popolazioni e le autorità competenti sulla possibilità di istituire l’area protetta del Monte Arci. Proprio qui si definì l’idea di Consorzio tra i comuni che detengono questo territorio con l’obiettivo, unico, di adoperarsi per tutelare e valorizzare la montagna, alla luce del dibattito, allora molto forte e sentito, di dare corso alla effettiva istituzione dei 9 parchi regionali previsti dalla legge 31/89 sul sistema delle aree protette. Le proposte di attivazione furono infatti ritenute inidonee alle realtà dei territori interessati e le ventilate ipotesi di gestione contemplate nei progetti predisposti dall’Assessorato regionale della Difesa dell’ambiente molto lontane dalle modalità con cui le nostre popolazioni avrebbero voluto decidere del futuro rapporto con la loro montagna. Convinti, allora come adesso, che la tutela e la valorizzazione del Monte unitamente alle risorse umane e storico-culturali avrebbe portato allo sviluppo complessivo del territorio e che i processi da avviare dovessero partire “dal basso”, le Amministrazioni interessate, con il pieno consenso delle loro popolazioni, diedero luogo a un istituto, il Consorzio tra enti locali appunto, con il compito di proporre modalità di gestione adeguate alle specificità ambientali, paesaggistiche e culturali, in linea con i desiderata di chi con la montagna aveva stabilito un rapporto storico e consolidato. Il Consorzio di gestione del Parco Naturale del Monte Arci è nato infatti dalla volontà dei Comuni di Ales, Marrubiu, Masullas, Morgongiori, Palmas Arborea, Pau, Santa Giusta, Siris, Usellus, Villaurbana, Villaverde che in data 9.03.1998, unitamente alle 2 Comunità Montane allora presenti sul territorio ”Arci Grighine” e “Alta Marmilla”, e agli Assessori dell’Ambiente della Regione e della Provincia di Oristano, hanno adottato lo statuto per la gestione del Parco.
Il Consorzio avviò ben presto delle interessanti fasi di progetto, di studi, di proposte e di realizzazione di opere e interventi tesi a migliorare la qualità dell’ambiente e del paesaggio, a rafforzare il rapporto tra uomo e montagna, unitamente a processi di tutela, valorizzazione e fruizione i cui risultati appaiono addirittura sorprendenti se si pensa alle modalità con cui sono stati proposti e portati avanti. Egli, infatti, espresse egregiamente la volontà delle popolazioni nella nuova costruzione del rapporto con il Monte, operando nella pratica come un vero e proprio Ente parco anche se, nella sostanza, di questo aveva solo la legittimità che gli derivava dall’essere consapevole della gestione sostenibile del territorio grazie a cui, comunque, si ricavò un ruolo incisivo, unanimamente riconosciuto e autonomo tra tutti i soggetti e gli attori preposti al governo del territorio. Portò avanti con decisa fermezza ed efficacia un opera di sostanziale promozione, di tutela e di sviluppo del territorio che venne coronata da successi politici, tecnici o pratici –operativi, come ad esempio la realizzazione di strutture e infrastrutture per migliorare la fruizione della montagna. L’attività espletata dal Consorzio, tra l’altro, ha portato alla dotazione di strumenti minimali di conoscenza, di diffusione e promozione dell’immagine del Parco e di pianificazione nonché alla realizzazione di interventi, di tipo infrastrutturale e di supporto allo sviluppo grazie ai quali il territorio del Monte Arci si è affacciato nel settore dell’offerta del turismo motivato sotto il profilo ambientale-culturale. Per non dilungarmi troppo mi limito a citarvi alcuni esempi:
- tra le azioni immateriali è da ricordare la dotazione di strumenti di conoscenza, di pianificazione e di promozione del Parco, tra cui il Portale della rete sentieristica e il geoportale, il marchio e il regolamento di applicazione, unitamente a materiale di conoscenza come mappe, depliant, opuscoli, immagini ecc.;
- tra le azioni materiali sono da annoverare la realizzazione di strutture per la valorizzazione del cavallo, gli interventi di recupero dei centri storici e di riqualificazione dell’arredo urbano, il restauro e la rifunzionalizzazione di edifici storici nei centri antichi di diversi comuni, il miglioramento della viabilità e azioni rivolte alla creazione del parco culturale dell’ossidiana e alla valorizzazione delle risorse archeologiche del territorio unitamente a interventi per promuovere un sistema ricettivo connesso a percorsi attrezzati per una fruizione motivata.
Si possono infine ricordare i finanziamenti concessi di recente a valere sull’accordo di programma ai sensi della delibera di G. R, 55/14 del 19.12.2009 grazie a cui si stanno realizzando delle opere di riqualificazione del paesaggio e miglioramento dell’arredo urbano, di ripristino e ristrutturazione di sentieri e strutture, compresa la viabilità e le porte di accesso al parco, nord – a Villaurbana e sud – Morgongiori.
Con il Consorzio, in definitiva, venne attivato un processo inverso rispetto a quello proposto inizialmente dalla Regione ma con una finalità su cui, dopo tanti anni, ci si è trovati d’accordo: tutelare le risorse dell’ambiente, conservare e ripristinare i paesaggi, valorizzare le attività della tradizione e delle culture locali ponendo l’uomo al centro dell’interesse precipuo di tutti i processi in una, possibile, nuova gestione compatibile e durevole.
Un rapporto che trova sostanziale conferma nell’accordo di programma di cui alla suddetta delibera di giunta regionale siglato con l’Assessore della Difesa dell’ambiente il 9 maggio del 2011 in virtù del quale, nel cuore del Monte, si può ora discutere e decidere se tutto ciò, infine, può portare alla nascita ufficiale del Parco come auspicato dalle sue popolazioni e in linea con il percorso che negli anni, con costanza e con fatica ma, crediamo, anche con lungimiranza e caparbietà, noi tutti abbiamo perseguito convinti che la tutela dei territori è, soprattutto, interesse primario di chi vi abita.
Non a caso, come dicevo, ci ritroviamo proprio nello stesso luogo da dove, ormai tanti anni fa, iniziò la straordinaria avventura di questo Consorzio che, unico nel suo genere, ha avuto come obiettivo solo la gestione della risorsa più significativa del Monte Arci: l’interazione tra l’uomo e l’ambiente.
Concludendo queste note di apertura del convegno e prima di passare la parola agli Ospiti, all’Onorevole Assessore Spano e all’Onorevole Solinas, mi sia consentito di sintetizzare la posizione dei sindaci nei confronti della proposta di area protetta, cosa per altro nota allo stesso Assessore per averla udita di persona nell’incontro di qualche mese fa a Santa Giusta. I sindaci, con le loro popolazioni sono assolutamente d’accordo sulle ipotesi di valorizzazione, di tutela e di promozione della montagna e vogliono partecipare ai processi di integrazione ambientale nel territorio, implementare la valorizzazione delle sue risorse e basare lo sviluppo futuro sulla gestione dei beni, paesaggistici in primo luogo, ma anche ambientali, storici, culturali e umani in senso lato.
Ritengono quindi matura l’idea di istituzione dell’area protetta regionale a condizione che si tenga conto del fatto che questi territori appartengono alle popolazioni che vi abitano e che sono loro a dover proporre le forme di gestione più adatte, tra cui la delimitazione della zona centrale del parco, la core area, così come risulterà dal dibattito che verrà attivato con tutti i soggetti portatori di interesse a seguire questo convegno su cui, per altro, il Consorzio ha iniziato a produrre un’ipotesi che rappresenterà la base della discussione, come vedremo in prosieguo del convegno. Nell’area protetta dovranno essere implementate le operazioni di salvaguardia, di messa in sicurezza idrogeologica, di difesa e di cura dei boschi, di ripristino e valorizzazione del paesaggio con il concorso diretto delle popolazioni interessate nei lavori con interventi specifici e tematici finanziati ad hoc, tipo cantieri verdi a finalità destinata. Tutto il territorio degli 11 comuni dovrà beneficiare delle ricadute economiche derivanti dalla istituzione del parco e gli stessi dovranno godere di corsia privilegiata nell’accesso ai finanziamenti su tematiche specifiche, ambientali, paesaggistiche, rurali e, soprattutto, in vista del varo del nuovo programma di sviluppo europeo 2014 – 2020, di quelli basati sulla green economy. Dovranno essere attivati accordi di programma specifici (modello Tepilora – art. 15)) per la realizzazione degli interventi ritenuti prioritari per il sostegno alle popolazioni interessate dal parco.
Come dire che i finanziamenti destinati alle nuove aree protette di recente istituite, a nostro parere, possono essere sufficienti al funzionamento della struttura o del nuovo ente di gestione ma non possono essere in condizioni di soddisfare le aspettative di chi, per il bene comune sacrifica e concede una parte dei propri territori. Chiediamo pertanto una maggiore attenzione con fondi e azioni specificamente destinati.
Certo che su questo l’Assessore Spano e l’Onorevole Solinas ci daranno buone rassicurazioni auguro a tutti un proficuo lavoro e un buon soggiorno!
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